Piani urbani per la mobilità sostenibile, focus sul progetto Reform
Partner europei e Comuni emiliano-romagnoli hanno fatto il punto in un workshop a Bologna
Come integrare efficacemente i Piani urbani per la mobilità sostenibile – Pums – con gli strumenti della pianificazione regionale? È a questa domanda che ha risposto il workshop organizzato dalla Regione Emilia-Romagna insieme a Itl - Fondazione Istituto sui trasporti e la logistica il 29 giugno in viale della Fiera.
L’appuntamento, dedicato a valutare le capacità, le esperienze e gli strumenti attuali in prospettiva futura, rientra nell’ambito di Reform, il progetto europeo – co-finanziato dal programma Interreg Europe, partito a gennaio 2017 e che si concluderà a dicembre 2020 – che mira a incrementare il numero di autorità locali che implementano i Pums in quattro regioni europee: Emilia-Romagna; Macedonia centrale (Grecia), Greater Manchester (Gran Bretagna) e Parkstad Limburg (Olanda).
La legge nazionale sui Pums
Si parta da un presupposto: la mobilità è un diritto fondamentale, che trova riconoscimento nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Costituzione italiana. In Europa si parla di mobilità sostenibile a partire dal Libro bianco sui trasporti del 2001, arrivando sino a “Guidelines developing and implementing a sustainable urban mobility plan” del 2014. In Italia si parlò per la prima volta di Pums nella legge 340/2000, mentre l’ultimo passo è il recepimento della direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi.
Ma cos’è il Pums? Il Piano urbano per la mobilità sostenibile definisce le strategie prioritarie per soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle imprese nelle aree urbane e periurbane, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita. Tenendo insieme le diverse componenti della mobilità, il Pums prevede scenari scadenzati nel tempo e una misurazione periodica degli effetti della sua attuazione. Essendo un piano flessibile e dinamico, che guarda a un traguardo temporale di circa 10-15 anni, il Pums può essere integrato con altre azioni e misure, purché in linea con i suoi principi base.
Attualmente aderiscono alla rete 48 Comuni e agglomerati di Comuni italiani. Il dato – aggiornato allo scorso 21 marzo – arriva da Endurance Italia – Osservatorio Pums, nato all’inizio del 2016 su iniziativa del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: a oggi, sullo stato dei PUMS in Italia non esiste alcuna fonte ufficiale. Ci sono Piani in redazione e Piani ormai redatti, Piani approvati e altri adottati.
Lo stato di attuazione dei Pums in Emilia-Romagna
La Regione ha stanziato 350 mila euro destinati alla Città Metropolitana di Bologna e ai Comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti per la redazione delle “linee di indirizzo dei Pums”. Dopo la stipula dei Protocolli d'intesa con gli Enti beneficiari, la Regione ha fornito le indicazioni degli “elementi minimi per la redazione delle linee di indirizzo dei Pums”. Solo per citarne alcune, rinnovo o potenziamento del parco autobus e filobus regionale a basso impatto ambientale; miglioramento del trasporto pubblico locale; potenziamento dello spostamento in bici; sviluppo dell’intermodalità articolata (trasporto pubblico, bike sharing, car sharing); promozione dei mezzi a basso impatto ambientale; sviluppo della infomobilità; sicurezza stradale.
In particolare, 12 città – Piacenza, Parma, Carpi, Reggio Emilia, Modena, Sassuolo, Ferrara, Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini e la Città Metropolitana di Bologna hanno già redatto le linee guida per i Pums, il primo passo verso l’approvazione, traguardo già raggiunto, in regione, solo da Parma.
“La Regione – spiega Alessandro Meggiato, responsabile del Servizio trasporto pubblico locale, mobilità integrata e ciclabile – vuole dare ulteriori contributi da destinare alla mobilità urbana alle città che hanno i Pums: sarà una scelta di merito- Saranno premiati coloro che presenteranno un serio processo di pianificazione. Insomma, questi fondi andranno dove gli interventi saranno più efficaci”.
Le esperienze in regione
E come le città emiliano romagnole hanno declinato i Pums è stato l’oggetto della tavola rotonda “Le competenze chiave per lo sviluppo dei Pums: le esperienze in Emilia-Romagna di promozione di metodi innovativi e nuovi schemi di mobilità”. Parma, Faenza, Ravenna e la Città metropolitana di Bologna sono state le protagoniste.
“Parma è stata la prima città in Italia ad approvare un Pums con la valutazione ambientale strategica – sottolinea Angela Chiari, Mobility manager di Area del Comune di Parma –. Il nostro percorso è iniziato con la partecipazione al progetto europeo Bump, dove ci hanno formato sulla differenza tra i Pum di vecchia generazione, incentrato sui trasporti, e i nuovi Pums, impostati sulla sostenibilità in generale”.
Tra gli obiettivi individuati, incentivare una mobilità sostenibile, garantire equità, sicurezza e inclusione sociale; promuovere la qualità ambientale; puntare su innovazione ed efficienza economica. Come? Estendendo le aree pedonali, riqualificando la rete viabilistica, estendendo la rete ciclabile, adeguando il sistema ferroviario, per esempio (scarica il pdf per il documento completo) di quale pdf si tratta?. “In questo percorso abbiamo collaborato con altri Comuni che stanno svolgendo attività in parallelo, con il Ministero, con la Regione, che ci ha sempre fornito le informazioni sulle attività di area vasta”. Pums a Parma>>
A Bologna, invece, sono 10 le strategie individuate nella stesura del Piano. Tra le altre: ridurre l’utilizzo dell’automobile (del 20 per cento entro il 2020 e successivamente di una ulteriore quota); far diventare il Servizio ferroviario metropolitano struttura portante del trasporto pubblico della città metropolitana; puntare su un futuro in tram; potenziare il trasporto pubblico su gomma suburbano ed extraurbano; investire in logistica sostenibile; realizzare il Passante metropolitano. “Siamo nella fase d’avvio di redazione del Pums – spiega Catia Chiusaroli, Responsabile della pianificazione della mobilità della Città metropolitana di Bologna –. Il nostro Piano è stato redatto su tutto il territorio metropolitano e comprende il Comune capoluogo. Lavorare in rete è importante perché i fenomeni della mobilità sono di carattere metropolitano, ma vedono in Bologna l’intensificarsi dei fenomeni, soprattutto delle esternalizzazioni negative. Ogni fase del processo avrà una forte componente di partecipazione e comunicazione: sono due elementi fondamentali”. Pums Città metropolitana>>
“Il percorso di partecipazione per l’attivazione dei Pums a Ravenna è partito a inizio 2016 – spiega Nicola Scanferla, Responsabile pianificazione mobilità del Comune di Ravenna –. Da subito c’è stato l’affiancamento dei consulenti che si occupano della Vas, la valutazione ambientale strategica. È questo il nostro punto di forza: portare avanti azioni in collaborazione con cittadini e consulenti. Poi è stato il momento di approfondire il quadro conoscitivo della città, che recentemente ha visto una revisione generale del traffico urbano”. Oggi Ravenna è in fase di adozione del Piano, che nei prossimi giorni sarà presentato alla Giunta. Seguiranno le fasi di osservazione e controdeduzione, per arrivare all’approvazione entro la fine dell’anno, esattamente come richiesto dalla Regione. “Come in una squadra di calcio, anche il nostro Piano si articola in 11 punti chiave, tra cui la mobilità ciclistica, pedonale ed elettrica, il trasporto pubblico locale, la sicurezza, oltre a un focus sulla mobilità per le persone con difficoltà”. Pums a Ravenna>>
Anche il Comune di Faenza ha avviato un percorso di analisi e studio per dotarsi di un Piano urbano della mobilità sostenibile. L’approccio partecipativo e integrato sono le fondamenta di questo iter che, come da linee di indirizzo, tenga conto di fattori tecnici, ma anche di costi economici, sociali e ambientali.
Tra le strategie proposte, rinnovo/potenziamento del parco autobus a basso impatto ambientale; riqualificazione delle fermate del trasporto pubblico locale; facilitare l’intermodalità; sviluppo dell’infomobilità. Pums a Faenza>>