Mobilità sostenibile

Una regione su due ruote

Emilia-Romagna e mobilità ciclistica fra vita quotidiana, turismo e interconnessione europea

bici600x400_10.jpgCon una quota di spostamenti sulle due ruote doppia rispetto al resto d’Italia - 10% contro una media nazionale del 5% - l’Emilia-Romagna punta con decisione a rafforzare un’offerta che può contare su una rete di piste ciclabili che, comprese quelle urbane, ha ormai raggiunto la lunghezza di 1.120 chilometri, su una rete pianificata di 3.800 km. 

E’ chiaro come, in un contesto così strutturato, la mobilità ciclistica sia in grado di soddisfare gran parte delle esigenze quotidiane di spostamento, occasionali o sistematiche, per lavoro, studio o svago. In ambito urbano, soprattutto, si tratta di una forma di mobilità altamente sostenibile che garantisce un’efficiente accessibilità e si pone come complementare al trasporto pubblico, nel concorrere al miglioramento della qualità dell’aria, al risparmio energetico e alla salvaguardia del territorio e del paesaggio.

Ma non solo: per lo sport e il turismo l’Emilia-Romagna vanta una rete di itinerari ciclabili adatti a brevi escursioni o a percorsi più lunghi e impegnativi.

Un modo alternativo, quindi, di promuovere la sempre maggiore fruizione delle principali risorse culturali, naturali e paesaggistiche, nel rispetto delle caratteristiche ambientali del territorio e delle esigenze di collegamento tra i principali centri urbani, favorendo la connessione con la mobilità ciclabile locale.

Passano infatti per l’Emilia-Romagna alcuni tracciati dell’Eurovelo che attraversano l’intero continente europeo: la Eurovelo 5 (Via Francigena), la Eurovelo 8 e la Eurovelo 7, oltre alla Ciclovia Adriatica lungo la costa.

Fra i percorsi che si snodano sul territorio, tre (Ciclovia Vento, Sole e Adriatica) sono stati inseriti dal Ministero delle Infrastrutture nel Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, che ha l’obiettivo di offrire 10 ciclovie nazionali sicure e di qualità, a favore di un turismo sostenibile che valorizzi gli itinerari storici, culturali e ambientali lungo tutta la penisola.

La Ciclovia Vento, con un progetto complessivo di 700 km, corre lungo gli argini del fiume Po da Venezia a Torino e attraversa quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto), integrandosi con la ciclovia regionale già esistente Destra Po. Le città toccate sono Venezia, Ferrara, Mantova, Parma, Milano, Alessandria e Torino, che si raggiunge attraverso il Naviglio Pavese. Se si parte dal Lido di Venezia, dopo due tratte in traghetto, si arriva a Chioggia, per poi raggiungere il Polesine attraverso il canale di Burana. Da lì si prosegue sul Po fino a Pavia, dove attraverso la ciclabile del Naviglio Pavese si arriva a Milano. Sono molti i borghi che la ciclopedonale Vento dà modo di visitare tra cui i parchi naturali del delta del Po, le cittadine medievali dell’Emilia-Romagna, fino ad arrivare in Lombardia e in Piemonte, dove si trovano piccoli comuni ricchi di storia e architettura famosi per prodotti di eccellenza, per le coltivazioni specifiche e tradizioni enologiche. Sul totale del tracciato, 264 km di ciclovia attraversano le aree protette di Lido di Venezia e Chioggia, il Polesine e il canale di Burana, la foce del Po, Pavia e il Naviglio. Per inserire la ciclabile in un contesto di mobilità europea, il progetto è stato pensato per essere collegato al centro di una capillare rete di trasporto pubblico. La ciclovia Vento verrà inclusa nella cosiddetta strada del Mediterraneo, la EuroVelo 8 (EV 8), il percorso ciclopedonale che unirà Cadice, in Spagna, con Limassol a Cipro.

La Ciclovia del Sole Verona-Bologna-Firenze, che fa parte del grande itinerario ciclabile europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta, percorre circa 680 km, di cui 154 in Emilia-Romagna. Con l’inaugurazione, ad aprile 2021, del tratto tra Mirandola (località Tramuschio) a Sala Bolognese (Osteria Nuova), di fatto la Ciclovia risulta percorribile da Bolzano a Bologna. Infrastruttura di importanza strategica anche per lo sviluppo turistico del territorio, la Ciclovia non trascura tuttavia l’interconnessione con la viabilità locale esistente: sono 28 i punti in cui il percorso si rende permeabile e fruibile anche dall’utenza locale per gli spostamenti casa/lavoro e casa/scuola.

La Ciclovia Adriatica, da Trieste a Santa Maria di Leuca, corre lungo la costa attraversando ben 7 regioni italiane. Alterna tratti sterrati, strade asfaltate e piste ciclabili già funzionanti. In Emilia-Romagna ne esistono vari percorsi lungo la costa ferrarese e quella romagnola.

Legge regionale sulla ciclabilità

bici600x400_6.jpgUn impulso decisivo allo sviluppo della ciclabilità urbana ed extraurbana è arrivato nel 2017 dalla legge regionale n. 10 “Interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità”

Oltre alla realizzazione della rete delle Ciclovie regionali, sono molteplici le iniziative per sviluppare una mobilità ciclistica in sicurezza, per incentivare i trasferimenti casa-lavoro e casa-scuola, per favorire il cicloturismo verso le città d’arte e le aree naturalistiche della Regione, ma anche per promuovere l’avvicinamento dei cittadini a scelte di mobilità consapevoli, a vantaggio della qualità ambientale e della salute, con un occhio al contenimento dell’uso del suolo. 

E ancora: raddoppio della percentuale di spostamenti in bici e a piedi sul territorio; riduzione del tasso di motorizzazione della regione; dimezzamento delle vittime su strada; nuovi collegamenti tra le piste esistenti; maggiore integrazione treno-bici; più servizi per i ciclisti, dalla riparazione alla vigilanza. 

Per agevolare la scelta della due ruote, non possono mancare la creazione di nuove velostazioni che permettano una reale e conveniente intermodalità con il trasporto pubblico, il recupero di stazioni ferroviarie e case cantoniere da trasformare in strutture in grado di offrire servizi per i cicloturisti, il noleggio bici e bike sharing, parcheggi attrezzati diffusi. 

Linee guida per il sistema regionale della ciclabilità

modena23_600x400.jpgA fornire una serie di strumenti operativi, anche avvalendosi dell’esempio delle migliori esperienze europee, per la realizzazione di un coerente sistema regionale della ciclabilità sono state create, nel 2019, le Linee guida, con la loro dettagliata casistica di esempi e di soluzioni proposte, nel rispetto delle differenze fra gli utenti, che corrispondono a esigenze progettuali diverse.

Soprattutto in ambito urbano possono coesistere spostamenti su cargo bike, su bici a pedalata assistita o che utilizzano le diverse piattaforme di sharing: flessibilità e adattabilità alla domanda sono quindi le parole d’ordine.

Per quanto riguarda la mobilità extraurbana, accanto al tema degli spostamenti nei grandi agglomerati metropolitani torna l’importante tema dell’intermodalità e della integrazione col trasporto pubblico locale, ma si tocca anche quello degli interventi in ambito naturale e in contesto ambientale sensibile: parchi, aree naturali, fasce attorno ai corsi d’acqua.

Gli interventi proposti sono visti in termini di efficacia e di durabilità quindi una particolare attenzione viene dedicata alla manutenzione delle opere.

I temi tecnici affrontati vengono poi riassunti in schede di guida alla progettazione.  

Ciclabilità e stazioni ferroviarie

trenobici_pop.jpgL’importanza di una sempre maggiore integrazione delle stazioni ferroviarie con le città e in particolare con le reti ciclabili è stata ribadita a marzo 2021 con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa fra Regione Emilia-Romagna e Rete ferroviaria italiana.

Nel quadro di un generale potenziamento del ruolo delle stazioni come punti di snodo fra le varie modalità di spostamento, come il trasporto pubblico locale e la mobilità elettrica con le sue strutture di ricarica, nel caso specifico della mobilità ciclistica l’accordo punta a migliorare la connessione con i percorsi ciclabili esistenti, con particolare attenzione alle ciclovie nazionali, alla ciclabilità regionale e locale, ai collegamenti ciclabili tra le stazioni e i grandi attrattori di traffico. Grande risalto ai servizi: infrastrutture come rastrelliere, velostazioni, ciclofficine, micromobilità con stalli dedicati alla presa-rilascio dei mezzi in stazione.

Ancora su integrazione treno-bici: le Ciclovie dei Parchi

notizia_ciclovie.jpgUn esempio, esistente già da tempo, di continuità fra la rete ciclistica, in questo caso in ambito naturalistico-paesaggistico, e le stazioni ferroviarie, è rappresentato dalle Ciclovie dei Parchi.

Le Ciclovie dei Parchi sono 10 percorsi ciclabili all’interno dei parchi e delle riserve naturali regionali fra collina e pianura, fra bellezze ambientali, storiche e architettoniche.

Destinate a tutti gli appassionati della bicicletta, anche ai meno esperti, le
Ciclovie dei Parchi possono essere raggiunte con il treno: dalla stazione ferroviaria più vicina, un’apposita segnaletica delinea un percorso “fuori parco” che arriva alle porte dell’area protetta.

Complessivamente sono stati installati 600 segnali e posati 150 pali di sostegno lungo circa 100 km. di viabilità statale, provinciale e comunale. 

Bike to work

pistaciclabile12_600x400.jpgDisincentivare all’uso del mezzo privato, promuovendo l’utilizzo della bicicletta e di altre modalità di trasporto rispettose dell’ambiente, senza dimenticare, ancora una volta, l’interscambio con il sistema ferroviario.

E’ l’obiettivo di “Bike to work”, che si applica soprattutto alle aree urbane, in cui il trasporto pubblico è più utilizzato.

Nell’era Covid, di fronte alle difficoltà legate alle regole di distanziamento sanitario sui mezzi pubblici, infatti, occorre agire a monte, riducendo le esigenze di mobilità pubblica per gli spostamenti urbani.

Protagonista di questa operazione è la bicicletta. Dopo l'iniziativa 2020, nel 2021 la Regione, con un budget di 10 milioni e 22 mila euro, si rivolge ai 194 comuni emiliano-romagnoli sotto i 50 mila abitanti interessati dalla procedura per il superamento delle polveri sottili (PM10) nelle zone di pianura e nel bolognese (vai al bando>>) e ai 13 comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti (leggi i dettagli>>). A disposizione ci sono contributi per interventi di mobilità urbana come piste ciclabili, percorsi sicuri casa-lavoro e casa-scuola, istituzione di zone a traffico limitato o a velocità 30, velostazioni e depositi bici. Sono i Comuni a gestire i fondi assegnati e a comunicare ai propri cittadini le modalità per poterne usufruire.

Pedalare in sicurezza

quaderno_bici.jpgNell’incentivare l’uso della bicicletta, la Regione pone in primo piano l’educazione alla sicurezza stradale, attraverso numerose campagne che puntano all’affermazione di una cultura di civile convivenza fra i diversi utenti della strada e, in particolare, alla protezione dei più deboli: anziani, invalidi, pedoni e ciclisti.

Sono varie le forme di comunicazione e i linguaggi utilizzati dall’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale (pubblicazioni, video, videogame, eventi) per trasmettere il messaggio secondo cui la strada è uno spazio condiviso, nel quale ciascuno deve fare la propria parte per spostarsi in sicurezza, mettendo in campo la capacità di immedesimarsi in coloro che scelgono un mezzo di trasporto diverso dal proprio.

Ai ciclisti stessi, pur rientrando nel novero degli utenti deboli della strada, si raccomanda di adottare un atteggiamento collaborativo e costruttivo e modellare i propri comportamenti sulla base di precise regole. scarica il quaderno "Quando sei in sella... occhio alla sicurezza!">> (pdf19.52 MB)

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ultima modifica 2021-10-15T11:50:06+02:00
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